Caldo,
molto caldo. Ricorderemo anche questo dell'estate 2012. Certo, non
che in questi ultimi anni abbia fatto così fresco durante i mesi di
luglio ed agosto, però che caldo, molto caldo quest'anno.
Ricorderemo anche questo, dicevo, perché immancabilmente, io come
voi, in un modo o nell'altro, prima dell'arrivo definitivo
dell'autunno, che dichiara in modo oggettivo la fine della stagione
per eccellenza, stendiamo un elenco di cose per cui è valsa la pena
viverla, nonostante il caldo. Senza cadere nella demagogia
descrivendo mare, sabbia e sapori di creme solari che rimandano
inevitabilmente a storie di sesso e tuffi di mezzanotte, credo sia
estremamente bello ciondolarsi al pensiero di quelle cose viste,
fatte o solamente sentite che hanno caratterizzato questi mesi,
magari anche le più stupide, ma pur sempre esistite. Sul fronte “I
Love You”, in generale, sono stati mesi di guerre sentimentali,
come spesso accade, ma forse oggi ancor più di ieri. Non viene più
messo in discussione un amore per l'arrivo di qualche tsunami
giornaliero, come in passato, dopo il quale, una volta ritiratasi
l'acqua, le bocche tornavano al proprio posto, nossignori. Siamo di
fronte ad un fatto concreto. L'estate 2012 non è stata foriera di
nuovi amori, ma di tanti addii. Non è detto che in taluni casi
queste “separazioni” non siano portatrici di futuri più
concreti, sempre sentimentalmente parlando. Come non è detto che
siano il bene necessario. Molti ricadranno poco dopo negli stessi
errori. Che cosa avrà l'estate per amplificare tutto questo non lo
sapremo mai. Sarà l'ennesimo mistero che circonda questa materia
delicata. E' tornato Sartana. Sartana è un mio amico d'infanzia che
vive a Padova, dove è andato molti anni fa per studio, e dove vi è
rimasto, ma non chiedetemi a fare cosa. Sartana non è il suo vero
nome, è il soprannome del mitico papà che, come usanza sperlongana
vuole, venga acquisito anche dai figli. Sartana figlio è il tipo più
strano del mondo, ma forse per questo tutti gli vogliono bene, io per
primo. Sartana figlio è la comicità fatta persona: l'immediatezza
della battuta, la consapevolezza di vivere in modo talmente leggero
che quasi prende il volo. In un lunedì di agosto, mentre eravamo
comodamente adagiati nelle acque basse del tirreno, insieme all'altro
mitico amico Raffaele Faiola, per tutti, Capoccio, il Sartana, che da
giovinotto aveva spesse volte ricoperto il ruolo di bagnino, ad un
certo punto annaspa vorticosamente. Restiamo sbalorditi alla vista
dei nostri occhi. Un branco di piccoli pesci, comunemente chiamati
Marmore, innocui come una formica, come spesso capita sguazzavano
tranquillamente per fatti loro, ma attorno alle nostre gambe. A
momenti affogava. Non avevamo mai visto il Sartana terrorizzato da
dei pesciolini. Credo sia stata, in generale, la scena più bella ed
inaspettata delle ultime dieci estati. I commenti e le “invettive”
di noi spettatori, verso quel quarantenne che sembrava un bambino di
quattro, li tralascio per decenza. L'estate è anche questa. Amici
che si rivedono dopo un anno tondo, tondo; piccole situazioni che
diventano sorriso per diversi giorni; accadimenti che racconteremo
per una vita intera. Come ad esempio: il Sartana che con fare
consapevole si avvicina al figlio del Capoccio, dell'età di otto
mesi circa, attorniato dai nonni, è gli grida: ”Matteo tuo padre
ti ha mentito, in realtà lui è tua madre”, come recita una famosa
pubblicità. Sgomento dei presenti, non per la frase, ovviamente, ma
per la serietà con il quale Sartana metteva in piedi la scenetta.
Estate, in my mind. Musica zero. Non c'è stato un tormentone, almeno
per me. Son ritornato a sentire le vecchie cose. Quelle vecchie cose
che ti portano indietro nel tempo. Vi siete mai lasciati cullare da
brani di tantissimo tempo fa che per incanto, in automatico, ti
riportano indietro nel tempo come una vecchia audiocassetta? Che
bello! Al di là del momento che fu. Si, da sempre sostengo che anche
un momento triste, per alcuni chiari e certi versi, è corroborante.
Ciliegina sulla torta è stato sicuramente il concerto al quale ho
avuto modo di assistere, del mitico George Benson. Il caso, che nel
mio caso ha un nome e cognome, Lino Di Trento, in arte mio padre, ha
voluto che alloggiassimo nello stesso albergo del musicista. Foto,
abbracci, chiacchiere, prima e dopo il concerto, sino a tardi, e una
mia folle richiesta: Mr. Benson, please, if I pass my wife on the
phone, could sing, “Nothing's gonna change my love for you”?
Ovvero: Signor Benson, per favore, se le passo mia moglie al
telefono, potrebbe cantarle: “Nothing's gonna change my love for
you”? Risposta: “Yes, is pleased to”! Ovvero: “Si, con
piacere”! Prendo il telefonino con la mano tremante che neanche il
parkinson. Delusione, my wife aveva il cellulare spento, in effetti
erano le due di notte, vi pare poco! Ciò nonostante, che spettacolo
di uomo e di artista. Settembre, ho linkato sulla bacheca di
Facebook di alcuni amici il brano
di Donatella Milani, “Volevo dirti”. Ascoltatelo è grossolano,
ma di quelli che canti a prescindere.
Ps
Una nota speciale a Bazzano Beach per una domenica alcolica che
difficilmente dimenticheremo!!!