Esterno
notte. Sono in un'automobile che viaggia spedita verso l'Hotel. La
radio suona, cometisbagli, Pino Daniele: “Non
ti preoccupare perché va tutto bene, anche se a volte sono fuori di
me - dimenticando i giorni che restiamo soli, ma non si torna
indietro, mai”.
Con gli occhi puntati verso il finestrino penso che il desiderio
certe volte ti tradisce. Credo che quando si è stranieri di un'idea
conviene prima, molto prima, respirare profondamente. Sia chiaro, non
è mai una banale ritirata, è solo uno studio certificato delle
aspettative. Altro, significherebbe schiantarsi ognigiornochearriva.
Il rischio immediato è quello di ritrovarsi su di una salita
infernale tra parole di ferro e cerotti appiccicati ovunque sulla
pelle. Io preferisco, sommamente, il concetto empirico
dell'andirivieni. Non è come giocare a carte, dove bleffare è quasi
una regola. C'è un filo di ritrosia e un quintale di presacoscienza
in ogni passofatto. Tipo, ieri ero avvinghiato ad una certezza, oggi
sto fuggendo da una patologia! Poi ad un tratto, nel bel mezzo della
ragionevolezza meno opportuna, piazzo un fendente dritto al cuore.
Sì, proprio lì, dritto al cuore, una direzione verso la quale non
cammina, quasi, più nessuno...