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sabato 13 febbraio 2021

Two solitudes


 

Avevo tagliato e ritagliato i pensieri per farli diventare altro da loro, giocando al comodo e scomodo delle conseguenze. Spingevo le azioni controvento mentendo a me stesso sulle opportunità in caso di spiragli di aria. Pezzetti di puzzle che corrispondevano al vero mi sedavano da slanci di euforia gratuita. Tentavo invano ogni tipo di approccio con la sua sagoma che voleva palesemente scivolare via. Era un’agonia risolta solo dalla luce del giorno che mi colpiva in faccia contestandomi l’oblio. Il ticchettio dell’orologio continuava a essere impietoso nonostante la mia evidente necessità di capire. Niente. I silenzi erano saliva amara da ingoiare. E allora ricominciavo con le manovre di attracco, salendo e scendendo la scala delle probabilità. Dopo aver camminato cieli di qualsiasi definizione di colore sono arrivato al mesto capolinea strappandole sillabe che tratteneva nelle punte dei capelli. Una fatica immane e, oltremodo, brutale. La sua verità, o costruita parvenza, sanciva l'uscita di scena. Conta dei danni. C’avevo lasciato l’anima! Punto e a capo. Quelle che potevano essere vite intrecciate s’irrigidivano in due, definitive, solitudini.

“Ma il tuo corpo ricorderà ciò che la tua mente impara a dimenticare”