Sia
chiaro, quanto segue non è il risultato di quello che gli esperti
chiamano: “Christmas Blues, quella tristezza che accompagna i
giorni di festa, una malinconia che può rendere più apatici e
tristi del solito”. Quanto segue è il totale della medesima
operazione: come fossi un'automa passo tutto l'anno incamerando
immagini, parole, per poi mischiarle in una sorta di shaker mentale,
che puntualmente riverso su carta in questo periodo. Sono cose che
vivo o che altri attorno a me fanno rivivere; sono circostanze,
condizioni, episodi; sono il tempo che passa inesorabile sulle teste
di tutti, tutti. Frasi scritte sui libri, sequenze di film, amici o
conoscenti che mescolano le carte della loro vita. Sono
considerazioni mie, ma che dedico opportunamente anche a voi. Quasi
sempre, in barba alla miriade di problemi seri che attanagliano
l'esistenza, si finisce ineluttabilmente a parlare/scrivere di LOVE.
Da qualsiasi parte voi vogliate incolonnarvi, sappiate che c'è solo
ed esclusivamente una questione: amare. Milioni di libri, milioni di
cose dette, che quasi sempre sono inferiori a quelle non dette,
persone di ogni sesso e natura che si contorcono le budella per
capire. Forti della filosofia per cui 'li fuori, nonostante tutto, da
qualche parte c'è l'amore', sguinzagliano le farfalle con la
speranza che possano tornare indietro ritte in pancia. Avete fatto
caso che le farfalle non si vedono più neanche nei giardini?
Metafora o non, il problema, come sempre, è serio. Se c'è chi, e
sono tanti, le scioglie dalle briglia, perché queste stronze non si
vedono più volare in giro? L'atteggiamento più emblematico in
queste circostanze è quello che caratterizza la stragrande
maggioranza degli umani: il vado non vado, il dico non dico. Credo
che sia uno dei movimenti, inteso come azione fisica, più gettonato.
Minuti, ore, giorni, settimane, mesi. Tempo che nega tempo.
Respingendo al mittente la possibilità di usare un'arma in dotazione
qual'è l'istinto, si preferisce adoperare la calcolatrice, anche
quella venduta dai cinesi, per farsi due conti. Ma è la realtà
l'attrezzo che sputa il totale inconfutabile, e che quasi sempre vi
indica come debitori. Game over! Eccovi ad un altro passo, quello del
mirino da ricalibrare, ma nel mentre siete già arrivati alla fine
dell'anno. D'accordo, non vuol dir nulla. I Maya hanno detto una
cazzata e siete sopravvissuti. Avete sperato che fosse vero, così vi
sareste tolti il pensiero fisso che vi scorre nelle vene: amare. Ma
siete ancora in pista, e anche se stremati dalla fatica non potete
chiudere gli occhi e scivolare via. Ballare! Ballare sulla vita;
ballare sulle vostre incertezze; ballare sull'incapacità vostra e
degli altri; ballare sul fatto che credevate di avercela messa tutta,
ma in realtà avete completamente sbagliato l'ingaggio. Il sociologo
francese Jean-Clude Kaufmann sottolinea che “la delusione è
inevitabile quando si cercano troppe cose contrastanti: amore, sesso,
libertà, relazioni”. Da quello che ho visto e sentito, credo che
questo 'odioso' (perché francese) sociologo abbia colpito nel segno.
Cosa si fa? Scegliete nel mazzo e portate a casa a prescindere?
Rubate l'intero incasso e sparite dal giro? Decidete di prendere
tutto e vedere qual'è il finale, costi quel che costi? Sappiate che
ogni tipo di impresa voi intendiate fare non sarà mai quella giusta.
Se per paradosso passate davanti ad una roulette puntate pure tutto,
e più facile pizzicare il numero/colore lì, che capire cosa riempie
la mente della testa prescelta. Ed ecco il nuovo anno. Siete pronti
ad una nuova sfida. Concentrati come quando dovete imbroccare il
vasetto del pesciolino rosso con la pallina. Sì, fate così,
concentratevi. Sappiate infatti che l'unico errore che non dovete mai
commettere è quello di distrarvi. La disattenzione vi porta dritti,
dritti nel baratro della sconfitta. L'altro/a è lì, a due passi,
fissatelo/a nelle palle degli occhi e parlategli senza fiatare. In
tutto questo però, tenente ben presente quello che diceva lo
scrittore e saggista statunitense Kurt Vonnegut, e che dovreste
tatuarvi sulla pelle: "Per favore, un po' meno d'amore e un po'
più di dignità."