Dispersi, come dopo uno schianto! Col coraggio dei giorni più giovani cerchiamo temerari oltre la fine dei nostri limiti. L’oppressione dell’ordine precostituito: asciugare le lacrime fissando il muro. Soffitti di cartone ci intimano di arrenderci. Chi ha fiato da gridare è rimasto, chi aveva l’animo scosso è crollato! Incedere senza meta stando fermi e poi spiragli di niente che sembrano il tutto! Voci nuove, nomi sconosciuti, parole ferventi e leggere, intrepide e frivole, istruite e fatue. Noi spaventati e fragili che incediamo al buio, ma con l’inconscio che ci indica il transito. Scoperta oppure suggestione di essa? Tant’è che s’intravedono percezioni. Gli occhi raffermano colori e la testa sceglie chi siamo. Capelli, corpi e stati d’animo. Scambiamo conoscenza come al ping pong. Fuori ci dicono folli, ma è qualunquismo da competizione al quale volgiamo l’altra guancia. Esistiamo, ora esistiamo, davanti alle nostre paure, dietro ai nostri errori, di fianco alla caparbietà di non perdere il filo e ritrovarci ancora una volta pieni di nulla e negati all’affetto, spezzati dalla passione, delusi dall’effimero. Ora, più di mai, bramiamo essere nudi ancora prima di spogliarci e partecipare così al gioco utile della consapevolezza. Siamo in viaggio con quelli come noi trovati un giorno per caso nel bel mezzo della nebbia che soffocava i nostri cuori. E tutto questo senza chiederlo a DIO.
senza parole..... <3
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