Era d'estate, ed era circa da una vita che volevo che fosse così. Un tramonto possente suonava la carica. Come non credere a Dio! Dopo due giri di sguardi il puzzle era ritmicamente concluso. Trattenendo il respiro ti ho passato una mano tra i capelli. Trovo che sia uno dei gesti più sublimi che una donna possa raccogliere da un uomo e viceversa! Pelle, labbra, sapore di sale e una tonnellata di occhi dentro gli occhi. Seppure perso stanco, in mezzo a quel bianco isolano, non ho ceduto alla corte di Morfeo. Pensavo ciclicamente che in quel preciso momento eravamo terra e poco dopo saremmo stati mare. Se c'era da stra-vivere non volevo lesinare tempo al tempo. Bagnati di sole abbiamo cancellato il passato e, con naturalezza disumana, ceduto strada alle nostre comuni volontà. Per un attimo durato parecchie ore abbiamo radunato attorno a noi verità mai dette. La semplicità con la quale tutto questo è divenuto ordine costituito quasi non si plasmava con la realtà, ma era drammaticamente vero. Il vento d'Africa avvertiva della fine, prossima, dei giochi. Oramai il segno era tratto e non eravamo più solitudini, come pure non eravamo 'per sempre'. Stretti di quello stringere forte e dirompente che solo le anime in pena sanno stringere, avremmo voluto restare dritti su quelle rocce per altre cento stagioni. La nave urlava il distacco. Un bacioliquido, una carezza ruvida di addio, e la gola piena zeppa di parole morte.
Nessun commento:
Posta un commento